venerdì 26 agosto 2016

Losing Control

Lunedì sono organizzate. Guardano mappe e ripassano il piano, riaggiustandolo in modo da ridurre il tempo in Nevada e aumentare quello in California. In taxi Mare pensa alla sua ultima conversazione con Benedict, alla precisione dei suoi ricordi solo fino a un certo punto, alla sicurezza con cui ha saputo nominare il colore del suo vestito e il brand che glielo regalò per entrare nelle grazie di sua madre. Lei gli ha sorriso e ha ironizzato sugli istinti predatori della gente ricca e famosa come se fosse un argomento da salotto che non le ha mai torto lo stomaco e fatta vomitare – vomitare, a un certo punto non aveva neanche più bisogno del manico di uno spazzolino per costringersi a farlo – per anni alla ricerca dell'approvazione di cui sentiva disperatamente il bisogno. Nel pensarci finge di leggere qualcosa al cellulare, Amy glielo prende dalle mani e le fa promettere che lo terrà spento per tutta la vacanza, se la ama, dice proprio così: se mi ami, poi si imbarazza come se avesse preso una storta in mezzo a una piazza (è la prima volta che ne parlano in quei termini e decisamente troppo presto), e Mare ci ripensa quando ai controlli in aeroporto la riconoscono e le controllano il bagaglio a mano tre volte (non c'è da fidarsi di questi muties estremisti, dicono tra di loro pensando che lei non possa sentirli). Se mi ami, ha detto Amy, e così si ripromette di non accendere il cellulare, leggere giornali, controllare le news e fare qualsiasi cosa che non rientri nello standard di una vacanza con una persona che ami.

Martedì sono attive. Mare si impone di fare colazione e Amy è stregata dal vederla in abiti semplici, privi di pretese, la sua energia intellettuale riconvertita in tensione muscolare e occhi attenti, a volte nascosti dall'obiettivo della reflex. Mare le fa poche foto, ma ognuna è speciale, ognuna è bella in modo diverso, e Amy ha sotto la pelle l'eccitazione irragionevole degli innamorati nuovi, che devono ancora scoprirsi, e per questo la sera fanno l'amore senza neanche sentire la stanchezza della giornata, e si addormentano ancora nude con l'immaginazione piena dei paesaggi riarsi del Nevada.

Mercoledì sono rilassate. Camminano lentamente e fanno soste frequenti e lunghe, in cui parlano della loro vita. Amy racconta a Mare dei sacrifici fatti dai suoi genitori immigrati, dell'incidente in cantiere che uccise suo padre, delle difficoltà d'apprendimento di sua sorella minore e del ruolo che svolse nella sua decisione di dedicarsi all'insegnamento. Mare tentenna, procede come un bagnante timido: infilando la punta del piede nell'acqua per verificarne la temperatura. Le dice, in maniera vaga, di aver avuto un'infanzia e un'adolescenza insolite. Le racconta di come Tish sia per lei Tiru, e di come Tiru la chiami Miramare quando sono da sole perché si sono promesse da piccole di non cedere mai a coloro che avrebbero preferito cancellarne l'identità mista, mulatta. Le racconta di quanto fosse Tirunesh l'incosciente, tra loro due, la coraggiosa: di come si buttò a sette anni nella piscina della loro villa senza aver mai imparato a nuotare, e di come aveva imparato a scalare le palme californiane. Le dice che le manca il Pacifico, ma non Los Angeles. Le rivela di come non sia mai neanche andata al letto con Daniel Wolk, dei veri motivi per cui lui accettò di fingersi il suo compagno per tutta la durata della campagna elettorale (è la prima persona al mondo a cui li racconta). Amy ascolta tutto. Le chiede cosa si ricorda dei suoi primi anni di vita, dei suoi genitori naturali. Mare dice “poco”, e nient'altro, ma a qualcun'altro avrebbe risposto niente. Glielo dice: a qualcun'altro avrei risposto niente, e dentro c'è la promessa di dirle di più, prima o poi. Presto.

Giovedì sono felici. Si spostano in California durante la mattina e passano tutta la serata con Tirunesh Sherman, che le accoglie con un sorriso e un braccio rotto che fa preoccupare Mare più di quanto sarebbe normale, consueto. Tish e Amy continuano a parlare anche quando Mare si allontana per andare al bagno, e si ferma dietro il muro a guardarle non vista. Vanno d'accordo, ridono, discutono di letteratura e poesia in modo appassionato. La prima cosa che Amy ha detto a Tish quando le ha presentate è che ha delle ali bellissime. Non ha guardato altrove, non ha fatto una battuta né finta di niente, non ha posto domande personali, ha solo detto: le tue ali sono bellissime. Tiru sembra ancora più fragile dell'ultima volta che l'ha vista, e quando Amy esce a fumare racconta a sua sorella di star valutando un rientro permanente da Portland a Los Angeles per poter essere seguita da una struttura medica attrezzata alle sue sempre maggiori esigenze. Il suo scheletro si sta frantumando, ma questo Mare lo sa già. Si è rotta il braccio sbattendo per sbaglio contro una porta. Quando si abbracciano e si salutano, Mare è particolarmente attenta a non stringerla troppo forte. La tua ragazza mi piace molto, le dice Tiru, ad oggi, è la mia preferita. Mare ride, il cuore le si riempie di cose che, per tutta la notte, le sembrano giuste e concrete, e vedere Tiru disintegrarsi le spinge nelle vene una forma d'urgenza tutta nuova.

Venerdì sono ubriache (di vita, d'amore, di tequila). La tequila è imputabile a una festa per VIP a cui sono state invitate da una sua vecchia amica che ha sentito dire che Mare Sherman era tornata a L.A. Non ci sarebbe andata se Amy non avesse mostrato tanto entusiasmo all'idea di incontrare qualche stella di Hollywood su una barca più costosa di qualsiasi appartamento abbia mai avuto in affitto, e una volta lì Mare le presenta un paio di editori che potrebbero aiutare il suo progetto per portare libri nelle scuole delle periferie di Philadelphia. La vede esitare, trovare coraggio, poi provare. La guarda da lontano mentre Marcus urla il suo nome da una parte all'altra della poppa, e lei si sente sciocca per aver pensato che non l'avrebbe trovato lì. Sono già ubriachi entrambi quando lui le dice che quella ragazza latina è molto carina e chissà quanto durerà, e le racconta quanto sarà bella e grande la casa in cui vivranno quando saranno quarantenni sposati, e i nomi ridicoli che daranno ai loro figli famosi, tutti naturalistici, come i Phoenix (lui pensava Hurricane, Thunder e Storm, un batterista, un chitarrista e una cantante). Si sorprende quando trova, invece del solito scivoloso spirito dismesso e magnanimo che lei gli concede di solito, un'irritazione viva e vivace: Mare si alza in piedi e si allontana, ma non senza prima avergli detto sono stanca e piena delle tue stronzate. Passa il resto della nottata a ballare con Amy e manca poco all'alba quando vanno a cercare il Capitano del vascello perché reciti qualche formula di rito.

Sabato sono sposate e i paparazzi l'hanno già scoperto da diverse ore: le foto del “matrimonio” sono già state vendute e pubblicate dal miglior offerente. Quando Mare apre gli occhi ha la testa piena di grilli e Amy sta fingendo di dormire, voltata in modo da darle le spalle. Nel pomeriggio non può correrle dietro: nasce prematuro ma in salute Sunny Sherman, figlio di Jake “Sally” Sherman e di Bea (Beatrice Qualchecosa, Mare non si è data pena di impararne il cognome il giorno che scoprì che aveva due anni meno di lei) – suo fratello, cioè. Marcus si offre di darle un passaggio verso dove ha avuto luogo il parto in acqua, un costoso vigneto californiano, l'ultimo acquisto di Sally che lei aveva più volte sconsigliato. Non si scambiano una parola per tutto il percorso, ma scoppiano a ridere, infelici all'unisono, quando la radio passa la prima canzone che abbiano mai cantato insieme. I've got chills, they're multiplying...