Amy è un porto sicuro. E' una delle prime persone che ha conosciuto a Philadelphia e le corde sfilacciate della loro relazione non le hanno mai strette così tanto da farle scoprire - e soffrire - gli alti e i bassi dell'umore di Mirabe Sherman. Mare è rimasta irretita dal suo sorriso luminoso, dalle curve di un corpo accogliente e volitivo, dalla passione schietta e priva di ombre con cui parla dei suoi ragazzi, scolaresche di adolescenti indisciplinati del Southside, strappati alla forza magnetica delle gang, a cui insegna storia e letteratura americana presso la Martin Luther King High School nascosta dietro Shields Street. Le piace come dell'ironia non rida e sovente non la capisca, perché non concepisce la doppiezza che vi è indispensabilmente associata. Di come le ha raccontato di quando ha scoperto il suo potere per la prima volta, senza chiederle di reciprocare subito - senza nemmeno aspettarselo -. Le piacciono la consistenza del suo materasso e l'odore dei suoi capelli, le sensazione di raccolta protezione che non riesce mai a sentire in compagnia di un uomo, perché dagli uomini ha imparato a sentirsi manipolata fin da adolescente e l'imprinting le ha fottuto la testa per tutti gli anni a venire senza che abbia trovato ancora una chiave di decifrazione adeguata di ciò che le naviga nel retro del cervello.
Per cui, quando va da lei, non lascia biglietti e non si cerca le scarpe per terra aiutandosi con la luce emanata dal display del cellulare: invece dorme tutta la notte e la mattina si ferma per la colazione, anche se non mangia mai niente. Ma oggi si lascia tentare da tre chicchi d'uva, contati.
"Dovresti venire a parlare ai ragazzi, un giorno. Sto provando a esporli al maggior numero di persone possibile, la maggior parte di loro non è mai uscita dalla Pennsylvania?"
"E pensi che i tuoi colleghi sarebbero d'accordo a far indottrinare dei teen da una pericolosa sovversiva come me?"
"Non trovo tu sia una pericolosa sovversiva."
Mare sorride. Amy non ha colto l'ironia, ma non la corregge. Vorrebbe correggere invece se stessa: dovrebbe usarne di meno, pulirsi la testa dal sarcasmo malevolo che ha appreso fino a quel momento e ricominciare una vita epurata da tutto ciò di buio che ha incontrato. Sarebbe una rigenerazione quasi messianica: le basterebbe abbandonarsi all'ordine naturale e pacato della vita di Amanda Fuerte - sarebbe sufficiente a farle scoprire la normalità, finalmente. La pace di mente, di spirito. Sa di doversi vestire e andarsene, e si sente così in colpa da sorprendersi a chiederle se le va di andare al cinema insieme, nel weekend. Amy risponde di sì, ma vuole scegliere lei il film. Mare risponde che va bene tutto, basta che non sia l'ultimo di Reitman. Amy dice okay, senza chiederle il perché. Senza chiederselo neppure.
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Amy è un porto sicuro, ma troppo: quando lascia il suo monolocale, il mondo le sembra un po' più minaccioso di come lo ha lasciato. Torna a casa propria con un taxi, John le consegna un busta con un biglietto e una chiave. Riconosce la calligrafia ancora prima del nome, e dopo essersi fatta una doccia e cambiata i vestiti è di nuovo su un taxi. Sa già cosa troverà nel magazzino che quella chiave apre, ma quando tira su la saracinesca metallica e accende la luce il cuore le salta ugualmente un battito. Sfiora i frontespizi in punta di dita: conosce già tutti i titoli a memoria. Sul secondo scaffale trova Abyssus di Damasqua Hart, il suo terzo libro preferito. Lo tiene tra le mani mentre si siede a gambe incrociate di fronte al resto. Non c'è niente di ordinato o pacato nel modo in cui si sente. Nulla di razionale, sicuramente non c'è un briciolo di pace. Le viene da ridere e da piangere nello stesso momento, e si sente così ridicola da trovarsi intollerabile. Allo sbando: pneumatici lisci su asfalto ghiacciato. Tutte le sue responsabilità le sembrano per quei momenti inconsistenti, le sue scelte passate sbagliate e bisognose di una scrupolosa analisi sotto una lente di ingrandimento che magnifichi ogni svolta poco ragionata e un bisturi che sezioni le sue motivazioni fino a inciderne le ossa. Quanto ha ottenuto negli ultimi dieci anni? Quante cose reali e concrete ha davvero ottenuto, al netto di tutti i tentativi e tutti i fallimenti? Quanto può sperare di fare nei prossimi dieci anni?
Due settimane fa aveva cinquemila volumi, adesso ne ha cinquecento. Resta a contemplarli per un po'. Ancora un altro po'.