lunedì 27 giugno 2016

The Trees

[  Un foglio strappato da un libro, consumato, e tenuto ripiegato tra le pagine della sua agenda.  ]

Un giorno lontano, tanto tempo fa, tutti gli alberi del mondo si riunirono e iniziarono a discutere dei loro problemi.

Uno di loro disse: "Il nostro più grande problema è la deforestazione. E questa pratica è portata avanti da ciò che chiamano "Ascia". Dobbiamo trovare un modo per liberarci del nostro nemico, l'Ascia."

Molti dibatterono sull'idea, dicendo: "E' l'Ascia che ci causa così tanta sofferenza. Ci taglia, ci prepara per il fuoco e ci rende mobilio. Dobbiamo fare qualcosa per liberarci di questo nemico.

Un albero di eucalipto alzò la mano e disse: "Non penso che il nostro nemico sia davvero l'Ascia."

Tutti gli altri alberi urlarono: "Oh! Oh! Cosa vuoi dire? Se non è l'Ascia, chi è?"

L'albero di eucalipto continuò: "Ascoltate! Vi dico dal mio cuore che il nemico non è l'Ascia. Siamo noi, noi stessi. Se potessimo crescere dritti senza piegarci, ogni Ascia perderebbe il suo manico, e noi potremmo salvarci dall'essere abbattuti. Quindi, da adesso in poi, abbiamo bisogno di crescere dritti senza piegarci, così che ogni Ascia perderà il suo manico."

E tutti gli altri alberi applaudirono.

martedì 21 giugno 2016

Disappointing Homecoming (2)


Sua madre la accoglie a braccia spalancate, o almeno semiaperte. "Dovevi avvisarmi", le dice innanzi tutto, "ma sono felice lo stesso". Dopo essersi abbracciate e baciate entrano in casa, e ad aspettarle c'è l'intero entourage di Rachel. Conosce la maggior parte di loro, ma parrucchiera e truccatrice sono nuove, più giovani delle precedenti. La salutano tutti con una gran festa e giurano di aver votato per lei. Ringrazia, come conviene, e si infila in una delle stanze da letto libere appena la lasciano andare. 

Il materasso è morbido e privo di imperfezioni come quei materassi in cui non ha mai dormito nessuno. Lei ci si gira e rigira con l'intenzione di addormentarsi, ma non riesce a chiudere occhio per un solo secondo. Ha il cervello avvolto nella spessa nube nera della sconfitta elettorale, nella vergogna di non aver fatto abbastanza, il disagio di doversi presentare di fronte al pubblico, di nuovo, e anche il prurito dietro alla schiena che, lo sa già, diventerà presto dolore. Per tutte le persone che le hanno anticipato il risultato, per ogni sondaggio sfavorevole o exit poll disastroso, si è ostinata a dire a tutti che il risultato non era importante, che l'unica cosa importante era che il messaggio uscisse, si diffondesse. Ma la verità è che ha sperato in un miracolo fino all'ultimo. In un grande twist cinematografico.

Si addormenta con quell'amarezza e si risveglia solo perché sua madre le sta accarezzando i capelli. Lei schiude gli occhi e sospira a fondo, la vede in abito da sera. "Stai uscendo o tornando?", chiede. "Uscendo", risponde Rachel, sorridendole. "Dove vai?", "A una cena di beneficenza." Mare si riprende un po'. "Posso venire anche io?", chiede senza pensarci. In quel momento, la prospettiva di rimanere sola in casa le stringe lo stomaco di angoscia. Rachel le passa dolcemente le nocche sulla tempia. "Sei così magra... di sicuro non ho nessun vestito che ti starà bene", sorride e si china su di lei, baciandola tra i capelli. "Chiama tua sorella a Portland, le farà piacere sentirti. O qualcuno dei tuoi amici qui. Ti divertirai sicuramente di più." Mare annuisce e la lascia andare via. Poi si volta dall'altra parte e chiude di nuovo gli occhi, sforzandosi di dormire.




sabato 18 giugno 2016

Disappointing Homecoming



- Papà?

Jake, più noto come Sally Sherman, preme la lingua contro i denti e arriccia le labbra in un trascinatissimo "ssssssssht" che dovrebbe aiutarlo a non perdere la concentrazione. L'ultimo loft se l'è scelto sei mesi prima, al centro di Los Angeles, ma due settimane fa Tish ha chiamato sua sorella e le ha raccontato che loro padre aveva iniziato a sentirsi soffocare e, conseguentemente, aveva pensato di prendere un martello da demolitore e buttare giù tutte le pareti alle due di notte. La polizia è intervenuta giusto un attimo prima che prendesse a sfondare uno dei muri portanti, e l'unico che ha potuto calmarlo è stato il suo agente.

Mare l'ha trovato quindi in mezzo a una casa ripulita ma non ricostruita, seduto a gambe incrociate e a petto nudo sul pavimento, con gli occhi chiusi e i lisci capelli tinti di biondo lunghi fino alle spalle, attorno a lui brandelli di muro simili a rovine antiche. Jake, un uomo di quasi settant'anni con la salute rovinata da decenni di avventure psichedeliche. Sta meditando. Mare si toglie di dosso lo zaino con cui è arrivata all'aeroporto, lo poggia a terra e poi, con calma, si siede per terra anche lei. Incrocia le gambe e raddrizza la schiena, rimanendo a qualche metro da suo padre in silenzio, orientata verso di lui. Come prevedibile, la sua presenza è sufficiente a mettere addosso a lui un filo di irrequietezza.

- Questa città è avvelenata: hai visto gli ultimi dati sull'inquinamento? E sugli omicidi? E il numero di abitanti? Sono tutti stipati l'uno sull'altro, l'odore è diventato disgustoso, una discarica a cielo aperto. No, non si può più stare qui. Ho detto a Little Rob di trovarmi un altro posto.
- Dove vuoi andare?
- Fuori, in campagna. Tornare a contatto con la terra, capisci che intendo? Gli uomini oggi sono troppo lontani dalle loro radici, dalla terra vera. Qual è l'ultima volta che sei stata in mezzo al verde, mh? Comprerò una vigna e mi ci trasferirò a vivere. Produrrò vino, ho detto a Little Rob di trovarmi questo: una vigna in California.
- Sei sicuro, Jake? Non hai mai vissuto fuori da una città.
- Certo che sì, quand'ero in Messico...
- Sei andato in Messico vent'anni fa e ci sei rimasto in tutto un mese in cui sei stato fatto di mescalina per tre quarti del tempo.
- O in Montana.
- Due settimane per sperimentare la vita del cowboy, dopodiché sei scappato di nuovo a L. A... dico solo che potresti andare in vacanza in un vigneto, per un po', piuttosto che comprare un vigneto. Bea che ne pensa?
- E' estasiata, già pensa a quanto piacerà al bambino.
- Il bambino?

Jake apre un solo occhio, rendendosi conto di aver preso una metaforica storta. 

- Tua... tua sorella non ti ha detto niente?
- Bea aspetta un bambino? Da quanto?
- Non lo so... qualche mese?
- Quanti mesi?
- Sei?

Mare sbatte le palpebre, stupita e perplessa. Bea è una splendida modella di intimo che dovrebbe avere più o meno la sua età: l'ultima compagna che ha avuto il coraggio di avvicinarsi a Sally Sherman dopo una vita d'eccessi e tre divorzi disastrosi quanto inevitabili. Jake forse ne indovina i pensieri e acchiappa giusto in tempo l'occasione per cambiare argomento.

- Mi è dispiaciuto per le elezioni, tifavo per te. L'ho detto a tutti i miei amici com'ero fiero.
- E hai votato per me?
- Lo sai che non credo nella democrazia rappresentativa, baby girl.

Mare rotea gli occhi al cielo e si alza in piedi, dirigendo verso la stanza degli ospiti prima di rendersi conto che, anche in quella parete, l'esaltazione innovatrice di Jake ha aperto una finestra non programmata. Rimane a guardarla, mentre suo padre torce il busto e si allunga all'indietro cercando di trovarla con lo sguardo.

- Forse è il caso che questo weekend lo passi da tua madre, baby girl. Ho sentito che ha fatto rifare tutta la piscina, e a Beverly Hills ci si diverte sempre, in questo periodo dell'anno.