domenica 26 marzo 2017

Ashes! Ashes! (4)


I'll check myself out when I put you to bed,
and tear that old band off my wrist.
But I'll come back to see you for a minute or less,
and leave you my ring in your fist.
Your hair will start growing, your face will become mine,
your femur will be breaking in half.
The sensation will be scissors and too much to scream,
so instead, please, love, just start to laugh.

"Shiva", di Tirunesh Sherman
Dalla raccolta di poesie "Hollow Bones".

- - -

Quando aveva ventitré anni, Jake "Sally" Sherman lo portò su una collina da cui si vedeva tutta Hollywood, parcheggiò la macchina, gli disse che se con sua figlia faceva sul serio era "ora di conoscersi", dopodiché procedette a fargli assumere così tante sostanze stupefacenti che, quando tornò a casa due giorni più tardi, Marcus giurò a se stesso che non avrebbe mai più preso roba chimica per tutto il resto della sua vita. Negli anni successivi violò il fioretto più volte, ma l'imprinting avuto con Sally funse sempre da freno inibitore, e - giusto un paio d'anni dopo - dover chiamare il 911 durante una sua overdose lo convinse una volta per tutte a non superare mai più un determinato limite.

Il ricordo gli gira in testa da almeno un quarto d'ora quando si rende conto del perché: la collina, magari Sally è su quella collina. Convince Mare a farlo guidare dopo averle promesso di non riportarla a tradimento in ospedale e, dopo una manciata di svolte sbagliate e inversioni a U, ritrova esattamente lo stesso posto, la collina con vista su Hollywood, e su quella collina la BMW decappottabile blu che Sally ha rubato a Monk. Marc vorrebbe scendere, assicurarsi che stia bene, ma lo fa più lentamente di Mare. Le lascia il compito di precederlo, di guardare attraverso i finestrini e assicurarsi che Sally respiri.

Quando lei apre lo sportello, deve farlo evitando che una bottiglia le rotoli sui piedi, e tossendo fuori l'odore di fumo alchemico che per tanti anni Marc ha associato all'arrivo di Sally. Lui se ne sta sul sedile del guidatore, da solo, con la testa riversa all'indietro e le pupille dilatate come ventose, la camicia aperta su un torace segnato dall'età e dall'incuria. Mare si mette in ginocchio sul sedile del passeggero, si sporge in avanti, stringe una mano attorno alla sua spalla. Lo chiama: Jake. Lo scuote: Jake, concentrati. Lui oscilla il capo verso di lei e la guarda con uno sguardo confuso, che tarda a riconoscerla. Quando finalmente indovina nei lineamenti di lei quelli di sua figlia, sorride e le accarezza una guancia.


- Hai visto che ti ho trovato, baby girl?

- Jake dobbiamo andare, Tish sta male, è in ospedale.
- Il tuo regalo. Mi ero dimenticato, pensavo ce l'avesse quel tuo amico, ma l'aveva vinta quel matto con i cani. 
- Riesci a camminare? Avanti, inizia ad alzare il busto.
- Non me la voleva restituire, ma io te l'ho rubata. 

Il cellulare inizia a squllarle in tasca. Lei non risponde, continua a scuotere Sally, a spingerlo, a cercargli dentro un po' di energia.

- Uno vi dà quello che ha. Io i piedi per terra mai avuti, ma vi ho dato tutti i soldi che avevo, e il bene, e la musica. Poi a un certo punto non basta.

Marc apre lo sportello del guidatore, gentilmente. China il busto e prova a mettere le braccia attorno a Sally, sollevarlo, ma lui lo spinge via a ceffoni confusi, stirando i muscoli delle gambe e tenendosi al volante.

- Papà ti prego, servi a Tish, ti vuole vedere.
- Sai quanto ci misi a scegliertela, la macchina? Feci il giro di tutti i venditori. E non lo chiesi a Little Rob, no: ci andai io, le guardai io, mi feci spiegare quale... quale era la migliore per una come te. Per una che studiava, che sarebbe andata al college e avrebbe... 
- Papà...

Intanto il cellulare smette di squillare, poi rinizia, poi smette di nuovo. E quando riprende, il suono è un altro: è quello di Marc. Lui guarda il mittente con il cuore che gli fa un tuffo: è Jules. Alza gli occhi su Mare ancora prima di rispondere. Non dice niente, ma Mare riesce a guardarlo a stento. Lei continua ad agitare Sally mentre lo sgomento le sale dal petto fino alla punta dei capelli. Le rende gli occhi lucidi, la voce più fragile. Un lamento che trascina addosso a suo padre, che negli ospedali non è arrivato mai in tempo, che non è arrivato in tempo alle recite scolastiche e ai compleanni, che ha fatto tardi alla sua cerimonia di laurea cum laude e che quando Tirunesh ha letto per la prima volta pubblicamente una sua poesia è arrivato strisciando quando le luci si erano già spente e i versi stavano finendo, che era in tour quando tirarono Tish giù dal cielo e non reperibile quando dovettero portare lei d'urgenza a un ospedale di San Diego perché non mangiava da settimane, quando dissero a sua madre che pesava trentacinque chili e quando dovette andare a registrarsi, a umiliarsi; che è sempre stato in ritardo e quando Marc risponde al cellulare, e viene da piangere anche a lui, Mare si rende improvvisamente conto che suo padre non è in ospedale perché aveva già capito tutto, perché ha sentito l'odore di disastro in anticipo su chiunque altro e perché ha reagito come ha sempre reagito ai disastri: distraendosi, confondendosi e anestetizzandosi. Che non c'era alla prima esibizione di Tish perché sapeva che le sue poesie parlavano del suo dolore, che non è andato a votare per lei alle elezioni perché sapeva che avrebbe perso, che ha evitato di vederla quando di lei erano rimaste solo le ossa perché Jake Sherman non sa gestire il dolore senza morirne e che, se all'ospedale per superumani non ci è andato è perché semplicemente, quasi banalmente, non voleva esserci.


Tirunesh Sherman, 2022
- - -


Suddenly every machine stopped at once,
and the monitors beeped the last time.
Hundreds of thousands of hospital beds,
and all of them empty but mine.

Well, I was lying down with my feet in the air,
completely unable to move.
The bed was misshapen, and awkward and tall,
and clearly intended for you.

You checked yourself out when you put me to bed,
and tore that old band off your wrist.
But you came back to see me for a minute or less,
and left me your ring in my fist.
My hair started growing, my face became yours,
my femur was breaking in half.
The sensation was scissors and too much to scream,
so instead, I just started to laugh.

Suddenly every machine stopped at once,
and the monitors beeped the last time.
Hundreds of thousands of hospital beds,
and all of them empty but mine.