“Look! I’m telling you from my heart, our enemy is not the axe. It’s us, ourselves. If we could grow straight without bending, every axe would lose a handle, so we could save ourselves from being cut. --So, from now on, we need to grow straight without bending, so that every axe will lose a handle”
mercoledì 12 aprile 2017
Rough Cut
"E' la storia più ridicola che hai mai sentito, di sicuro."
E' in attesa che qualcuno arrivi ad allinearle il braccio secondo l'ordine giusto che dovrebbero avere tutti quei pezzettini d'ossa, contro l'ordine reale che tutti quei pezzettini d'ossa hanno (devono chiamarsi frammenti). Ha la faccia e la voce di Zelda Cassidy, ma parla con l'intonazione di Mare Sherman.
"Stavo passeggiando per il parco e dei ragazzini mi hanno tirato una pallonata per sbaglio."
Un po' secca, un po' scarna. Col braccio buono si tasta il viso, là dove sta spuntando un livido. Poco male, almeno quello sarà capace di mascherarlo.
"Ero andata a portare a spasso Martie..."
Bel tentativo, no: il suo cane dov'è, ancora con Austin nella casa che condivide con Ross e la ragazzina mora? Com'è che si chiamava? Dovrebbe recuperare il proprio cane.
"Ero andata a fare due passi nel parco incastrato tra Old City e Southside, e c'era questo gruppo di ragazzini che giocava a palla avvelenata. Non che io mi fossi accorta di niente, eh: camminavo serenamente, e camminando serenamente ho camminato in mezzo alla partita in pieno svolgimento..."
Piega le labbra e mima un sorriso divertito, il livido sulla faccia le fa subito male. Ci sai fare, le ha detto Thomas, e lei non gli ha risposto che è la prima volta che spara davvero contro qualcuno (ad eccezione di quella volta, ma forse non vale). Non gli ha risposto nemmeno che ha sparato per ammazzarlo, perché le stava facendo esplodere il cervello e tutto sommato, in un angolo neanche troppo recondito di sé, ha pensato che la propria vita valesse ameno due misure in più di quella di Nux.
"E ho sentito un 'crack' così, secco, ci credi? Lo so che sono fragile, ma quel ragazzino con una pallonata mi ha fatto partire l'omero. Ma gli è preso un colpo più a lui che a me, poveraccio, infatti gli ho detto di stare tranquillo, che idiota. Comunque mi hanno detto che il gesso devo tenerlo per poco."
No, Mare Sherman non la metterebbe così, deve rendersi un po' più ironica, ma con leggerezza, in un modo che non apra troppa strada ad ulteriori approfondimenti. Quando i vetri sono partiti e Jason si è buttato su di lei, per proteggerla, ha avuto un attimo di sgomento e si è resa conto di aver operato fino a quel momento sull'assunto che, in caso di pericolo, i suoi compagni non l'avrebbero protetta. Invece Jason Dawson, che è tornato dal mondo dei distanti ricordandole di giorni lontani - i primi della sua permanenza nelle Fenici -, in cui la Guyana era un'utopia e non una prigione schiavile per sapiens, in cui lei per prima era una persona diversa, sicura che alcune cose non le avrebbe mai fatte, di essere diversa dal branco di disadattati antisociali a cui si approcciava forse sperando, inconsciamente, di poterli usare.
Era una persona diversa. Per non essere riconosciuta le serviva una maschera e per riconoscersi le bastava togliersela. Se potesse raccontare a quella persona come sono andate le cose, poi, forse farebbe scelte molto differenti.
Forse.