domenica 9 aprile 2017

Head Space


Laguna Beach, California
Paradise Addiction Recovery Center

Marc non va a trovare Sally perché sente i morsi dei sensi di colpa (gli hanno chiesto di tornare sulla East Coast da diversi giorni, ormai), ma perché è sinceramente preoccupato della sua salute. Lo cerca lungo le spiagge chiuse del Resort riconvertito a centro di recupero per tossicodipendenti ricchi. Lui è lì, steso su un lettino da spiaggia, senza maglietta (ha sempre avuto un'atavica resistenza all'abbigliamento) e sotto un cielo denso di nuvole. 

- Non fa un po' freddo per prendere il sole? 

Sally ruota gli occhi all'indietro, non ha nemmeno gli occhiali da sole.

- Stavo pensando che dovrei prendere la villa sulle colline e ripiantare tutti quegli alberi che avevo quando le bambine erano piccole... e insegnare qualcosa anche a te. 
- Non ho esattamente il pollice verde.
- Ti divertirai, loro lo adoravano. Un uomo deve imparare a sporcarsi le mani, tu sei a Hollywood da un po' troppo, son. Anche io, ma io mi ricordo com'era prima. Com'ero io. Mi avresti dovuto conoscere. Ora sono... un'altra persona.
- Sei la stessa persona, solo più vecchio.
- Fuck off. 
- Hai chiamato Mare?
- Non vuole sentirmi, è arrabbiata. Tu l'hai sentita?
- E' arrabbiata anche con me.

Si mettono a ridere. Marc si siede sul bordo del lettino, mentre Sally rimane steso. Tinge ancora i capelli di giallo, ma la barba la lascia grigia. Ogni settimana fa il voto di radersi tutti i giorni, ma dopo quarantotto ore è già di nuovo in disordine. A Marc, invece, trentasette anni suonati, la barba cresce ancora rada e tenera. 

- A me non mi vorrà sentire mai più in tutta la sua vita. Non sono stupido -. annuncia Sally in coda alla risata, nell'ultimo paio di singhiozzi prima del silenzio.
- Quel che è fatto è fatto, Jake. Le passerà, alla fine in California ci torna sempre, e quando torna sei tu la prima persona che vuole vedere. 
- E ogni volta se ne rivà delusa, come se... come se non si trovasse mai davanti chi si aspetta.
- Vede le cose in potenza, non è colpa sua. La versione migliore di tutti, invece che quella reale. Lo fa da sempre, te lo ricordi?
- Mi ricordo quando aveva quindici anni e mi provava a convincere di fare l'ambasciatore dell'ONU...
- A volte le manca il contatto con la realtà. 

Sally guarda verso l'orizzonte. Lo sguardo gli si confonde.

- Starà bene?

Marc ci pensa qualche istante. Si strofina le nocche su uno zigomo.

- Non lo so. Penso di sì.

Sally ruota il capo verso di lui, guardandogli la linea delle spalle.

- E tu come stai?
- Io sto bene.

Marc risponde di getto, senza neanche pensarci. Un riflesso incondizionato. Si scioglie quando Sally, impensierito, gli poggia una mano sulla spalla e si solleva seduto, a fatica.

- Sei sicuro?

Questa volta non risponde. Ma gli occhi gli diventano d'acqua, e un paio di sussulti gli fanno ballare il petto. Sally gli conduce la testa contro la propria spalla e gli dà qualche pacca sulla schiena.

- That's alrite, son. Dopotutto, sei parte di questa famiglia anche tu.

Marc, trentasette anni suonati, si sente ancora il post-adolescente arrivato a L.A. senza un soldo in tasca, senza nessuno alle spalle ad aiutarlo. In fondo, Sally Sherman è la cosa più vicina a un padre che abbia mai avuto da vent'anni a questa parte. E Tirunesh Sherman, la cosa più vicina a una sorella.

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Mutiny Building
Southside, Philadelphia

Guida lei fino alla fine - fa eccezione il breve tratto in macchina, quello in cui ha condotto lui con la naturalezza dei piloti da pista, da stunt. Il mentre addolcisce la solitudine e la sostituisce con del calore umano schietto, la soddisfazione finale allevia la noia, Ma la mattina dopo la sua vita non è più piena del solito. Ha sperato di trovare Marc sulla porta, di superarlo con un altro uomo attaccato alle costole, nel modo singolare e perspicuo che hanno loro di farsi del male: allineando i coltelli sul tavolo sotto la luce del sole. Ma lui è ancora in California, e forse sulla East Coast non ci tornerà mai - non per lei, comunque, non in quelle quattro mura -. 

A ben vedere, le sembrano problemi sciocchi. Si siede sul regalo che farà presto ad Emma e Benedict per il loro fidanzamento, e si chiede di fronte a quali problemi li ponga la loro quotidianità di recente. Se sono contenuti solo in loro stessi, alle loro attività, al Doubter e al redivivo Neverland, o se hanno qualcosa di più grande a cui fanno riferimento, e di cui lei non sa niente. 

Jody le torna in mente a lampi, d'improvviso, quando non vuole e non se l'aspetta. Cerca di estirparsela dalla testa, trovare alibi a se stessa e condanne per lei - alla fine non ha detto mai nulla di lei, di loro, di dove vive, di sua figlia non ha mai detto niente a nessuno, e in fondo lei ha avuto modo di tirarsene fuori se avesse voluto, e se l'è cercata, si dice, tutto sommato se l'è cercata. Comunque probabilmente non lo scoprirà mai. Tutto ciò che deve fare è assicurarsi che la ragazzina con le treccine non si faccia viva (la telepate), dopodiché non c'è niente che può andare storto: addirittura le donna mascherate con cui ha parlato non sanno niente di lei. Finché Benedict è al sicuro, lo sarà anche lei. 

Tutti gli altri, invece, spera non si sentano al sicuro mai più.



Her heaven would be a love
without
betrayal...