"Ma la verità è che io sono arrabbiata. Sono sempre, costantemente furiosa. E nessuno lo sa."
* * *
Mel mastica una gomma alla nicotina e un accento di Chicago. E' arrivato a casa sua senza preavviso, quasi avesse percepito il disastro imminente, o anche solo l'appuntamento preso con il suo avvocato per parlare dei rischi. I rischi. Louise Sadler si è seduta a un tavolo e ha dondolato lo sguardo tra loro due, seduti dall'altra parte. Tamburella la penna e li guarda torvamente, perché i guai non le piacciono, e Mare Sherman la paga comunque troppo poco per gestirne di quella portata.
Louise Sadler |
- Tu mi chiedi certezze, Sherman, e io non so più come dirti che non ce ne sono. Questa situazione è eccezionale, e io non posso fare previsioni.
- Alcune previsioni le hai fatte.
- Sì: che è un azzardo, che finirà male, che ti porterà in galera e metterà a rischio anche quelli che manifesteranno con te, in cambio di un risultato incerto e comunque troppo povero.
- Controllare lo svolgimento delle operazioni non è nulla. Gettare attenzione su ciò che faranno, sul fatto che hanno tagliato le forniture di luce e acqua-- ci sono vecchi e bambini, lì dentro, li stanno facendo morire di sete.
- Non devono fare altro che arrendersi.
- Non si arrenderanno. Resisteranno e senza nessun controllo esterno le autorità entreranno e li stermineranno.
- Vi trascineranno via di peso e vi assoceranno a loro.
- Deve esserci una modalità d'azione che non ci conduca tutti immediatamente in una Sandman Machine per decenni.
- Non c'è.
Mel ciondola gli occhi neri su di lei, ne studia il profilo teso, la linea rigida della mascella, la contrazione di muscoli sofferenti. Ne conosce la frustrazione dai tempi della California, quando scriveva per le pagine politiche locali e lo mandavano a raccontare i retroscena della campagna elettorale. Ma quanto era brava allora a dissimulare, lo è adesso a usare a proprio vantaggio ciò che le persone vedono in lei: un'ostinazione cieca, irrazionale. La vede prendere un respiro profondo, raddrizzare la schiena e mettere le braccia conserte.
- Preparati, allora, perché stai per diventare nota alle televisioni nazionali come l'avvocato che ha perso il processo Philadelphia contro Sherman.
Louise Sadler la fissa, a Mel sembra che cambi quasi colore dalla rabbia. Mare lascia il tempo alle sue orecchie di fumare, dopodiché avviene il miracolo: Louise prende un respiro profondo, fa cadere la penna sul tavolo e abbandona il busto contro lo schienale della sedia, sfiancata come se avesse appena corso una maratona.
- Forse -, dice con un filo di voce - un modo per limitare i danni c'è.
* * *
"Non so se riuscirebbero a ucciderti, Hellfire."
"Hellfire non c'è più da tempo. Basta maschere: c'è solo Heldrich Frost, comunque vada a finire."
* * *
- Dobbiamo parlare del sesto capitolo.
Mare si trascina le dita tra i capelli, vorrebbe strapparseli. Sta guardando le ultime dichiarazioni della YGS in televisione, e il cuore le oscilla sull'orlo di un baratro buio. Lo sente a stento.
Michael Clarke |
- Adesso?
- E' il più edulcorato di tutti. Mancano dettagli.
- Non sono dettagli che voglio fornire. Sono comunque irrilevanti.
- La tua adolescenza a Hollywood non è irrilevante. La sensazione di essere usata, sfruttata, ribaltata. Il concetto principale è la mutazione individuale in base alle esigenze degli altri: è un nucleo tematico forte e l'hai trattato senza intensità.
- Penso che un capitolo meno intenso possiamo permettercelo.
- Non mi stai ascoltando.
Mel si sporge in avanti, prende il telecomando e spegne la televisione. Mare gli spinge addosso uno sguardo di fuoco nero, sembra invischiata nel catrame.
- Non ho tempo.
- Hai poco tempo: per questo dovresti ascoltarmi. Ascoltami.
- Li stanno lasciando soli.
- Di che parla questo libro, Sherman?
Mare oscilla il capo. Riporta gli occhi sullo schermo spento della televisione. Vede riflessa se stessa.
- Di un progetto.
- E' il motivo per cui è importante. Ora puoi ascoltarmi?
Mare si trascina i palmi sugli occhi.
- Sì. Ora sì.
* * *
"Vedremo di uscirne entrambi, te compresa. Sto lavorando al tuo problema."
"Devi accettare lo stato delle cose. Alcune persone muoiono prima. A me sta bene, alla fine mi è stato dato esattamente ciò che è stato dato a tutti gli altri: una vita. Me la farò bastare."
- - -
"Tra quanto devi prepararti, per stanotte?"
"Adesso. Ma volevo darti qualcosa a cui pensare."
"Ci sei riucita."