É un terzo piano esterno, sulla scala antincendio, e lei si tocca i lunghi capelli finti (ma é una delle migliori parrucche che si possano acquistare, senza dubbio). La visiera del berretto, poi gli occhiali da sole: ci pensa un po', ma alla fine tiene tutto. Guarda verso il basso. Lui é lí, a un piano di distanza, nascosto. Prende un sospiro profondo, una sigaretta dalla tasca e bussa contro il vetro.
Il ragazzotto all'interno gioca all'x-box, e quando sente il rumore rotola giú dal divano con il cuore a mille. Mare gli fa ciao da dietro il vetro, sfoderando uno dei suoi sorrisi piú rassicuranti, piú giovani. Mostra la sigaretta e tamburella il pollice contro il lato dell'indice, poi pensa che avrebbe dovuto indossare qualcosa di piú scollato. Per qualche secondo ha il terrore di aver fatto una cazzata: casa sua é il suo spazio, lei l'ha invaso, la reazione inconscia sará cercare di respingerla. Tirare le tende, se ce ne fossero.
Invece il ragazzotto apre, chiede ti conosco? Lei rimane accucciata sulle caviglie, si rigira la sigaretta tra le dita. Quando lui le porge l'accendino, lei tira un intimo sospiro di sollievo: da adesso, é solo una questione di pazienza.
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Un'ora dopo, si salutano ridendo. Lei esce da dove é entrata: la finestra, facendosi promettere che spargerá la voce. Odora dell'erba che hanno fumato insieme e della birra economica che lui le ha offerto e lei non ha rifiutato. Barcolla lungo la scala antincendio in discesa, aggrappandosi al corrimano meno di quanto dovrebbe. Un piano piú giú rischia anche di inciampare, ma Damien la acchiappa prima che rovini lungo un'intera rampa metallica. Lei ride senza motivo, ma molto piano. Farfuglia qualcosa di incomprensibile mentre cerca vanamente equilibrio (qualcosa su come vorrebbe vivere una vita intera cosí, allegra senza motivo di esserlo, leggera senza aver bisogno di una bilancia a testimoniarlo?). Poi, ancora sorridendo, annota: "sei ancora qui. Grazie". Come se, nella sua vita, fosse una completa novitá.