venerdì 5 maggio 2017

Alexander Hamilton

Marzo 2025, Beverly Hills, California

La vecchia stanza di Tish è rimasta come un decennio prima, ma ora che è tornata a viverci, anche se per poco, è di nuovo tutta scombinata. Mentre lei si fa un bagno, Mare si è stesa sul letto e ha cercato tra vecchi libri qualcosa da leggere per fingere di non essere lì con l'ansia che scivoli, o perda i sensi e si faccia male nella vasca. Trova un vecchio volume del 2004 che lesse così tante volte da consumarne le pagine, assottigliarne. Una biografia di Alexander Hamilton piena di annotazioni, sottolineature e appunti scritti fittamente lungo tutti i bordi delle pagine.

Quando Tish esce dal bagno avvolta in un asciugamano, scrolla le ali schizzandole acqua addosso, e ride quando la vede rotolare di lato sul letto per proteggere il libro.

- Oh God, non di nuovo quel libro, passasti un anno a non parlare d'altro, non ti sopportavo più.
- Potevi dirmelo.
- Sono abbastanza sicura di avertelo urlato in faccia, esasperata, più di una volta.

Mare storce le labbra, tira su la schiena e le fa spazio sul materasso.

- Ma ha senso. Ti sei sempre sentita un po' Hamilton.
- E che ne sai.
- L'ho riletto di recente.
- E' per questo che ce l'hai qui?
- M-mh. 
- Mi piaceva la sua ostinazione.
- Non solo.

Tish si mette in ginocchio sul letto, con il bacino sui talloni e le mani sulle gambe. Sgranchisce ali enormi, ancora mobili per quanto incapaci di sollevarla in volo. Negli occhi le vede serenità che non riesce a penetrare. Si somigliano quasi del tutto, ma pressoché nessuno le ha mai confuse: di quella serenità Mare non è mai riuscita a imparare il metodo, e quando la gente la guarda vede soltanto la promessa di un uragano.

- Che intendi?
- Era un orfano, nato dal niente, fattosi da solo grazie al suo talento e alla famiglia che si era conquistato.

Mare ride.

- Abbiamo dei fondi fiduciari, Tish. Non ci definirei "fatteci da sole".
- Io sì. Te, almeno. Ricordi anche tu com'era la nostra vita, prima di... tutto questo. E tu hai imparato a soddisfare Jake e Rachel molto prima di me. Non so se si sarebbero mai affezionati a me, senza le ali. Senza tutta la preoccupazione che hanno dovuto provare.
- Non dire così.

Mare si incupisce, Tish sorride e le dà una schicchera su una caviglia, per infastidirla.

- Hamilton parlava troppo e scriveva con la foga di chi non aveva tempo da perdere. Non aveva paura di litigare anche con i suoi teorici alleati pur di restare fedele alle proprie idee, era un visionario. Combatté una guerra e creò una nuova nazione.
- Cos'altro?
- Morì prematuramente, in un duello. E tu pensi che morirai prematuramente.

Mare oscilla all'indietro come sotto l'energia di un rinculo.

- Lui era solo, io ho te. No?
- Lui perse un figlio.
- Cosa vuoi dire?

Mare finge di non vedere il percorso di lividi che percorre il braccio destro di Tish. Colpi leggeri che da chiunque altro sarebbero assorbiti senza danni, colorano invece lei di grigio e viola.

- Ho letto il tuo libro.
- Lo so che l'hai letto.
- E hai paura di chiedermi che ne penso.
- Che ne pensi?
- Che citi uno schiavista per sostenere le tue tesi.
- Lo so, ma è Thomas Jefferson.
- Non ti è mai importato.
- Non fingere di non capire il motivo per cui era importante...
- Lo capisco benissimo, ma il mio problema è qui, Miràr. 

Tish prende un respiro profondo. I suoi polmoni enormi incamerano ossigeno finché le costole fragili non le fanno male.

- E' un libro feroce, doloroso, visionario e ispirato. Ma è anche un libro disonesto.

Mare solleva le sopracciglia in un'espressione incredula, offesa.

- Disonesto?
- Lo presenti come un'utopia in modo da non dover chiarire le azioni da intraprendere per realizzarla, ma tu non stai pensando a un'utopia, e non hai scritto un romanzo: hai scritto un trattato politico. Vuol dire che hai già pensato a come ottenere ciò che immagini, ma che hai deliberatamente deciso di tenerlo vago. 

Mare boccheggia. La lucidità di Tish è cortese e spietatamente chirurgica.

- Quindi, conoscendoti, ho una sola domanda per te, ed è una domanda a cui so che non risponderai: cosa c'è di così terribile nell'esecuzione dal farti decidere di tenerla nascosta?

Mare è senza parole. Scende dal letto a piedi nudi lasciandosi dietro la  biografia di Alexander Hamilton. Vorrebbe muoversi, ma finisce solo con il girare su se stessa. Apre e chiude la bocca per un paio di volte prima di parlare.

- E' un posto in cui tu vivresti?
- Per essere libera di volare? - Tish ride in maniera cristallina, infelice, poi si stringe nelle spalle - dodici anni fa, forse sì. Adesso mi bastano paradisi molto più piccoli, Miramàr. Jules mi basta. Voi mi bastate. Ma non vuol dire che tu non debba andare avanti. Ci sono migliaia di Tirunesh Sherman diciottenni, là fuori, per cui la tua Hyperborea vale ogni spanna delle loro speranze.

Mare tentenna. Ha qualcosa incastrato nel petto.

- Non lo so. - ironizza, infelicemente - Hamilton aveva trentaquattro anni quando diventò il primo ministro del Tesoro degli Stati Uniti d'America.
- E George Washington ne aveva cinquantasette quando diventò il primo Presidente.

Mare ride. Tish invece no.

- Non ti lascerai andare, vero?

Mare allunga lo sguardo su di lei. Non risponde finché non vede il suo sorriso tenue.

- Dopo il matrimonio. So che non mi lasci andare facilmente, mh? 

Mare batte le palpebre un paio di volte, il cuore le ha saltato un battito.

- Penso che sopravviverò. - risponde quasi senza voce.
- Prometti che sopravviverai?
- Tish...
- Prometti?
- Okay. Lo prometto.

- Bene, - sospira Tish - è l'unica cosa che mi serve di sapere.

Rimangono in silenzio per qualche istante, ed è di nuovo Tish che prende la parola per prima.

- Hamilton aveva qualcosa da dimostrare, la propria storia da smentire. La sua vita è iniziata con uno sgambetto del destino, e così la nostra, la tua. E' questo che hai percepito da adolescente, ed è questo che adesso provi a realizzare con la tua vita adulta. Lui non bruciò nessuna occasione, e ora non devi farlo neanche tu. Hai ancora un milione di cose da fare, e puoi farle tutte. Devi, o non sarai mai in grado di perdonare te stessa. 

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Maggio 2025, Philadelphia, Pennsylvania

La tentazione di fermare tutto sotto la minaccia dell'ennesima apocalisse è grande.

Ma quando alza la testa, e vede quella specie di enorme disco che contiene laghi e palazzi, non può fare a meno di pensare a una cosa soltanto.

C'è una città sulle loro teste, e non appartiene a nessuno che abbia diritti legali di proprietà sulla Terra.

In ciò in cui tutti vedono un disastro, lei si costringe a vedere un'opportunità.